Soudal Quick-Step, Schachmann e Hayter critici con le loro ex squadre: “È mentalmente più facile trovarsi in un ambiente in cui le persone credono in te al 100%”

Anno nuovo e avventura nuova per Maximilian Schachmann e Ethan Hayter. Il 31enne tedesco e il 26enne britannico si troveranno a essere compagni di squadra in questa stagione con la maglia della Soudal Quick-Step, dove sperano di rilanciarsi dopo che ambedue hanno dovuto affrontare alcune annate complicate. Il primo, ritornato nel Wolfpack dopo sei anni di Bora-hansgrohe, ha avuto a che fare con diversi problemi fisici che non gli hanno permesso quasi mai di raggiungere i picchi del periodo 2019-2021, quando fu in grado di conquistare numerose vittorie e piazzamenti importanti. Anche il secondo, reduce da un quinquennio alla Ineos Grenadiers, ha faticato a ottenere risultati negli ultimi due anni, conquistando solo tre successi a fronte dei 15 conseguiti nelle due stagioni precedenti.

Entrambi riconoscono le difficoltà e la mancanza di risultati delle scorse annate e, pur prendendosi la loro parte di responsabilità, si sono anche mostrati piuttosto critici nei confronti delle loro ex squadre, colpevoli, a loro avviso, di non averli sempre supportati al meglio quando le cose non andavano bene.

Due anni fa mi è diventato chiaro che era difficile continuare lì, avevo bisogno di qualcos’altro – ha dichiarato Schachmann a In de Leiderstrui – È bello che sia arrivata la Red Bull, ma questo non cambia una squadra, solo il nome. Le persone al timone sono sempre le stesse. Negli ultimi anni non ho vissuto il mio periodo migliore e ciò è stato dovuto a vari problemi. Probabilmente ho commesso degli errori, ma ai miei occhi li hanno commessi anche loro. Non è stata una buona collaborazione e quindi non ci si può aspettare buoni risultati. Per questo ho voluto andarmene“.

È mentalmente più facile trovarsi in un ambiente in cui le persone credono in te al 100% – ha proseguito il 31enne tedesco – Se le persone non hanno fiducia in te, te ne accorgi. Qui credono in me e ora dipende tutto da me. Ho visto molte squadre nel corso degli anni, ma questa non cambia mai molto. C’è uno staff di alta qualità, insieme all’entusiasmo per il ciclismo, che si respira in tutti i settori”.

Il vincitore di due edizioni della Parigi-Nizza spera dunque di riuscire a rilanciarsi nella sua nuova (vecchia) squadra: “Ho avuto alcuni anni negativi e ora spero di avere nuovamente un periodo migliore. Ogni atleta vuole essere la migliore versione di se stesso e, nell’ambiente giusto e con un pizzico di fortuna, questo è possibile. È questo il mio obiettivo, avendo anche un numero sufficiente di opportunità nelle gare più importanti. Non dipenderà dal mio programma, questo è certo”.

Hayter, invece, lamenta soprattutto l’essere stato male impiegato dalla Ineos: “Nelle ultime due stagioni ho vinto meno e ciò è dipeso anche dal calendario. A volte ho fatto troppo e questo ha anche avuto un effetto a catena: se vinci meno, hai meno opportunità perché vinci meno”. Il britannico ha potuto inoltre partecipare solo a un Grande Giro, la Vuelta a España 2022, ma il 26enne sarebbe stato disponibile a mettersi a disposizione dei compagni di squadra pur di correre un altro GT: “Mi piace aiutare e la Ineos, per esempio, si è sempre comportata bene nei Grandi Giri, con piazzamenti sul podio e così via. Ma, alla fine, ai vertici interessa solo quello che dimostri come leader, non come gregario. Ti pagano per questo, quindi è stato difficile. E questo mentre io amo molto vincere. Ti dà un obiettivo ed è per questo che ho iniziato a pedalare. Negli ultimi anni non sono stato all’altezza delle aspettative”.

“Non ho mai chiesto alla Ineos Grenadiers se fosse possibile restare e nemmeno loro mi hanno fatto un’offerta – ha aggiunto Hayter – Sapevamo entrambi com’era la situazione e capisco anche il punto di vista di Ineos. Credo che non rientrassi nei loro piani e che non sapessero dove potessero utilizzarmi al meglio. Di conseguenza, non hanno avuto un buon rapporto qualità-prezzo in questo affare”.

Alla Soudal Quick-Step, il campione nazionale britannico punta anche a tornare competitivo nelle cronometro, dove negli ultimi anni ha invece faticato anche per problemi di materiali: “Su un buon percorso, in una buona giornata, posso essere vicino ai migliori in una cronometro. Le crono richiedono molta concentrazione, impegno e ore di lavoro per essere forti. Nel 2022 ero molto forte, ma negli anni successivi sono stati altri corridori ad avere per primi le bici più recenti. Quelle bici erano state progettate per loro, non per me“, ha concluso il classe 1998.

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